Metodo

Il nostro metodo di insegnamento

Così in presenza, così online

Le lezioni sono svolte attraverso la voce in presenza

e a schermo spento online

Per scoprire il perché continua a leggere

Quanto è importante la concentrazione durante la pratica?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo partire con il farci un'altra domanda: quale risultato vuole farci raggiungere la pratica dello Yoga?

Nei testi troviamo diverse spiegazioni che analizzano il problema principale da diversi punti di vista, ma tutte quante parlano della stessa cosa:

spingerci a cambiare la nostra condizione attuale per raggiungere una migliore versione di noi.



In questo processo la concentrazione durante la pratica è fondamentale, è lo strumento senza il quale la magia non può avvenire.

Cosa possiamo fare noi per aiutarci nel raggiungimento di un buono stato di concentrazione?

Molti risponderebbero: "cercare di eliminare tutte le distrazioni esterne".

Ma questo, come ben sappiamo, non è del tutto fattibile, anche in una caverna sull'Himalaya ci sarà sempre qualcosa a disturbarci, una mosca come la temperatura ambientale.

Il segreto è spiegato in un altro degli otto rami dello Yoga, il pratyahara, la ritrazione dei sensi dal mondo esterno.

I nostri cinque sensi concorrono, in diversa misura e in maniera soggettiva, a mantenerci costantemente collegati al mondo dei sensi distogliendo l'attenzione della mente dall'osservazione interna.

Sai quale dei nostri cinque sensi è quello che distoglie maggiormente la nostra mente dal concentrarsi su ciò che stiamo facendo?

La vista.

Durante la pratica spesso tendiamo a concentrare il nostro sguardo sull'insegnante o su un nostro compagno di corso posto un tappetino più in là alla ricerca di una conferma...

Ma in questo modo non stiamo migliorando la nostra pratica, anche se potremmo averne la percezione; lo sguardo rivolto spontaneamente verso l'esterno porta automaticamente la nostra attenzione su ciò che ci circonda, al di fuori di noi.

Ecco perché nella nostra metodologia di insegnamento non eseguiamo asana di fronte agli allievi a meno che non sia strettamente necessario.

Guidiamo la Sadhana attraverso la voce richiedendo il massimo della concentrazione con l'ascolto; questo necessita di un'attenzione da parte dell'allievo profonda e ininterrotta.

La vista, poi, avrà un ruolo ben definito e fondamentale all'interno della pratica. Lo sguardo è direttamente collegato ai movimenti della nostra mente e lavorare sulla concentrazione dello sguardo su un unico punto sarà di fondamentale importanza. Saper fermare lo sguardo su un punto specifico richiede grande concentrazione e molto sforzo.

Un altro grande vantaggio di questa metodologia di pratica è la possibilità di rivolgere lo sguardo all'interno; chiudere gli occhi aumenta la nostra sensibilità verso il nostro corpo, il nostro respiro, in ascolto di tutti i movimenti interni che si mettono in moto durante la pratica.

Il risultato sarà l'aiuto alla creazione di un'ente di fondamentale importanza per l'autoconoscenza di sé, il 
testimone;  quella coscienza consapevole che si auto-ascolta respirare, muoversi eseguendo un'asana e nella vita quotidiana, parlare e percepire.

Questa costante capacità di osservazione, a cui mira il ramo delle asana, dà la possibilità a manas (la nostra mente razionale) di passare da uno stato di assoluta mancanza di controllo e conoscenza a uno in cui essa si acquieta e diviene in grado di esistere nell'attimo, l'unico percepibile.

Questo ci aiuta molto anche nel guidare le pratiche online, dove il nostro schermo sarà spento e come succede in sala pratica, viene richiesto agli allievi di ascoltare con attenzione tutte le istruzioni che verranno impartite.

A questo punto non resta che provare per poter percepire il risultato finale.

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