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La danza del sistema nervoso autonomo e come gestirla

Davide Cisotto • gen 15, 2020

Attività e rilassamento: due lati della stessa medaglia

Il sistema nervoso autonomo ha due rami: simpatico e parasimpatico.

I nervi simpatici corrono giù lungo la spina dorsale e costituiscono il circuito di “azione” del corpo: aumentano il battito cardiaco, stimolano l’adrenalina ed elevano la respirazione preparando l’attività fisica e sopprimendo in egual tempo le funzioni digestive, di espulsione ed altre funzioni fondamentali.

Il ramo parasimpatico consiste dei nervi pneumogastrici. Anche questi scendono lungo la spina dorsale e controllano funzioni vitali come la digestione, la peristalsi, l’eliminazione e il metabolismo. Questo ramo è attivato, i circuiti di azione si chiudono e l’intero corpo si calma.

Il sistema simpatico ed i nervi pneumogastrici sono in antagonismo. Il primo stimola l’attività fisica e mentale a spese delle funzioni vitali fondamentali, mentre il secondo calma il corpo e la mente stimolando le funzioni di base.
Nervoso autonomo
La moderna vita urbana causa eccessiva e cronica eccitazione del sistema simpatico, portando a una condizione patologica conosciuta nella medicina cinese come “eccesso di energia di fuoco” e, nella medicina occidentale come “sindrome simpaticotonica”, i sintomi della quale comprendono tensione cronica, eccitazione nervosa, palpitazioni di cuore, costipazione, indigestione, bocca arida e disfunzioni sessuali.

La respirazione profonda ristabilisce il naturale equilibrio tra il ramo simpatico e quello parasimpatico del sistema nervoso autonomo (l’omeostasi necessaria per l’ottimale funzionamento del nostro corpo), cosa che rende il respiro una forma altamente efficace di terapia preventiva contro la continua tensione e i conseguenti disturbi sperimentati dagli abitanti delle città inquiete di tutto il mondo di oggi.

La respirazione ha una importanza considerevole perché una grande parte del Nervo Vago è collegata all’apparato respiratorio. La presa di possesso volontaria, il dominio sulla porzione del sistema nervoso che manovra le vie respiratorie, vuol dire comandare tutti gli altri organi collegati al nervo Vago e con essi gli stati emotivi ed intellettivi correlati.

Gli atti respiratori sono provocati da centro respiratorio e altri centri situati nel midollo allungato, fra la base dell’encefalo (cervello) e l’inizio del midollo spinale. Esso è in collegamento con altre cellule nervose che assicurano i movimenti del diaframma e degli altri muscoli della respirazione.

Arriviamo allora alla soluzione del quesito posto nell’articolo precedente (Pensiamo davvero in maniera cosciente?) che puoi trovare QUI

La respirazione consapevole e profonda ci permette di comunicare direttamente con il centro di controllo nervoso del respiro (nel midollo allungato, appena sotto il cervello) evitando la risposta immediata dei centri nervosi nel midollo spinale.
In questo modo possiamo rendere più consapevole ogni nostra azione e non sorprende che tutte le discipline orientali, Yoga (che comprende la meditazione), Chi Gung, Tai Chi, il Taoismo e le varie arti marziali, utilizzino la respirazione per arrivare ad un maggior controllo della mente e di conseguenza al controllo del corpo.

Una buona mobilizzazione del diaframma libera il nervo Vago dalla pressione che ci porta a stati alterati quali stress, ansia, offuscamento mentale, bassa concentrazione, difficoltà di apprendimento…

Ci vuole sicuramente una attenzione molto alta ed una preparazione adeguata per poter gestire la propria respirazione e ancora di più per poterla insegnare.

Nel primo anno di formazione (Formazione annuale e Formazione intensiva) è presente un modulo interamente dedicato al respiro e ad esercizi specifici per apprendere una buona tecnica respiratoria, che come abbiamo appena visto insieme può apportare numerosi benefici.

Alla prossima
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Nell’articolo precedente (che puoi leggere QUI ) abbiamo visto quale fosse la caratteristica elettrica dell’aria che trasporta l’energia che tanto serve al nostro corpo per poter funzionare correttamente: lo ione negativo. Ionizzare negativamente gli atomi di ossigeno significa aggiungergli dell’energia elettrica. Ciò avviene soltanto sotto l’influsso di importanti sorgenti di energia elettrica. Quali? Le radiazioni telluriche, vale a dire le emanazioni radioattive naturali del suolo, comunque così deboli da non causare alcuna danno (a differenza della radioattività artificiale assai più potente) sono un importante fonte di ionizzazione dell’aria (alcune rocce emettono raggi gamma). La sorgente principale di ioni negativi vitalizzanti è comunque costituita dalle radiazioni elettromagnetiche di corta lunghezza d’onda provenienti dal sole, questo inesauribile generatore di energia.
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La Cina ha il suo chee-gung e l’India hai il suo pranayama , ma il mondo occidentale non ha nemmeno un termine specifico per indicare il controllo del respiro, e i medici occidentali non capiscono come l’energia atmosferica serva come sostanza nutriente vitale per la salute umana. Ironicamente, la scienza occidentale ha recentemente scoperto abbondanti prove che verificano chiaramente le antiche nozioni orientali sull’aria, il respiro e l’energia, e i loro centrali compiti nella salute e nella longevità. L’essenziale elemento dell’aria che porta la carica del chee risulta non essere né l’ossigeno né l’azoto, né altra sostanza chimica gassosa, ma piuttosto lo ione negativo, altamente attivo frammento molecolare che porta una carica elettrica negativa equivalente a quella di un elettrone. Invece sostanze inquinanti come la polvere, il fumo e i tossici chimici si sono formate nell’aria sotto forma di grandi prigioni polimolecolari che portano una carica positiva. Nell’aria contaminata gli ioni positivi rallentano, afferrano e neutralizzano gli attivi ioni negativi privando l’aria di vitalità. Respirare una tale aria è l’equivalente di mangiare cibi andati a male, pieni di “calorie vuote”. Nell’aria pulita di campagna il rapporto medio tra ioni negativi e i positivi è di circa tre a uno; nella inquinata aria cittadina cade drasticamente a circa uno ione negativo contro 500 positivi.
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I ritmi respiratori influiscono sulla fluidità del fluido spinale all’interno ed attorno al cervello, secondo un nuovo studio. Il fluido cerebrospinale svolge un ruolo importante nel lavaggio dei rifiuti metabolici del cervello. La scoperta potrebbe avere un impatto su malattie del cervello come l’Alzheimer. Il nostro cervello è lavato e pulito da un costante flusso di fluido cerebrospinale, che gioca un importante ruolo di trasporto delle sostane di scarto, come proteine dannose e acqua in eccesso. Il ritmo del tuo cuore è uno dei fattori che influenza la qualità del fluire di questo liquido attraverso il cervello. Ora un nuovo studio mostra che la respirazione influisce anche sulla fluidità del fluido spinale. “ Non è impossibile che le tecniche di respirazione Yoga possano influenzare il flusso del liquido cerebrospinale attraverso il cervello e promuovere la rimozione dei rifiuti di esso ” dice Vegard Vinje del Laboratori Simula Research, dove è candidato al dottorato. Lo studio è stato recentemente pubblicato sul giornale Nature Scientific Reports e fa parte della tesi di dottorato di Vinje sull’argomento. Il battito del cuore ed il sonno promuovono il flusso Alcune sostanze di scarto si accumulano nel cervello a causa di disturbi cerebrali funzionali. Un esempio ben conosciuto è il betamiloide, il quale si accumula in forma di placche quando una persona ha la malattia di Alzheimer. Ma molto non è ancora compreso su come il cervello si sbarazzi dei prodotti di scarto. Nel 2013, tuttavia, alcune ricerche hanno scoperto che il liquido cerebrospinale gioca un ruolo nella pulizia del cervello. Esso fluisce nel cervello lungo i piccoli spazi attorno alle arterie e lava via il materiale di scarto attraverso il tessuto cerebrale stesso. “ Questo ha davvero attirato l’attenzione della gente ” afferma Vinje. Il modo in cui il fluido cerebrale fluisce può determinare quanto efficientemente i materiali di scarto possono venire eliminati. Il flusso è guidato dal battito cardiaco, tra le altre cose, perché le arterie del cervello si espandono ad ogni battito. Inoltre, ricerche precedenti suggeriscono che il flusso aumenta mentre dormiamo. Pressioni cerebrali misurate per un lungo periodo Vincje è stato nominato studente dell’anno in Ingegneria nel 2016 da Universum quando era uno studente presso la facoltà di matematica e scienze naturali dell’Università di Oslo. Il suo master era sui calcoli dei flussi di fluido nel cervello. Precedenti studi di risonanza magnetica hanno dimostrato che la respirazione può influenzare il flusso del liquido spinale. “ Ma questi studi sono stati limitati a brevi periodo di tempo, a causa dei limiti della tecnologia delle a risonanza magnetica ” afferma Vinje. Lui e suoi colleghi hanno avuto accesso alle misurazioni della pressione del cervello dei pazienti con idrocefalia, o acqua nel cervello, che erano al Rikshospitalet, all’ospedale universitario di Ulleval. Queste misurazioni vengono eseguite di routine per determinare quali pazienti necessitano di un intervento chirurgico. Il vantaggio, per le ricerche di Vinje, è che le letture della pressione si estendono per più di 15 ore. Respiro contro battito cardiaco Due sensori di pressione erano posizionati in differenti parti del cervello del paziente, dando 200 misure di pressione al secondo. Da queste misurazioni, Vinje e i suoi colleghi, furono in grado di calcolare il flusso del liquido cerebrospinale usando l’equazione di Navier-Stokes . Hanno calcolato poi la percentuale dei cambiamenti nel flusso dovuti alla respirazione in relazione ai battiti del cuore. Le misurazioni hanno mostrato che le pulsazioni di pressione sono tre volte maggiori per le pulsazioni cardiache rispetto al respiro. “ Sebbene i cicli delle pulsazioni di pressione siano dominati dalle pulsazioni del cuore, la velocità del fluido è tanto influenzata dal respiro che dal battito cardiaco. La quantità di volume del liquido cerebrospinale che pulsa dentro e intorno al cervello è di gran lunga maggiore per un ciclo respiratorio che per un battito cardiaco ” ha detto Vinje. Il volume che è stato spostato durante un ciclo di respirazione era più di quattro volte il volume mosso da una battito cardiaco. Questo perché ogni inalazione dura più a lungo di ogni battito cardiaco, con circa 15 inalazioni al minuto contro 60-70 battiti al minuti, spiega. Respirazione profonda meglio di quella rapida Vinje spiega perché un minor numero di respiri profondi ha un impatto maggiore sul flusso di liquido cerebrale rispetto alla respirazione più veloce e superficiale. In sostanza, le onde più lunghe (onde cerebrali) che risultano da respiri profondi possono trasportare più volume. Vinje le confronta con le onde dell’oceano che colpiscono la terra. “ Immagina una spiaggia con della immondizia. Un’onda lunga rimuoverà immondizia e disordine sulla spiaggia in modo più efficiente di una breve ”, ha detto. Le onde corte e più increspate non arrivano più in alto sulla spiaggia rispetto alle onde più lunghe della stessa altezza, spiega. Può spiegare il valore degli esercizi di respirazione I pazienti nello studio di Vinje hanno preso in media fino a 15 respiri al minuto, il che è normale. Ma per alcuni tipi di esercizi di respirazione profonda dello Yoga, i praticanti possono fare solo cinque respiri al minuto, dice. Sono state fatte molte ricerche su come e se la respirazione possa vere un effetto benefico sulla salute. “ Non è impossibile che parte della risposta risieda nell’effetto delle tecniche di respirazione sul flusso del liquidi cerebrospinale, che a sua volta è stato collegato alla rimozione dei materiali di scarto dal cervello ”, ha detto Vinje. Ora prova a pensare, se tutto questo può accadere facendo fare dei semplicissimi esercizi respiratori (con risultati ben poco differenti tra persone normodotate e persone con patologie) immagina cosa può provocare all'interno del corpo umano una respirazione altamente allenata attraverso le tecniche di respirazione (pranayama) che lo Yoga ci insegna. Nei nostri corsi ( primo anno di formazione in 250 h che trovi in forma annuale e residenziale) analizziamo in maniera approfondita ogni pranayama in modo da poter prendere il controllo del nostro respiro che ci porta ad unire il mondo esterno con quello interno. Potete leggere l’articolo originale cliccando QUI
Respirazione
Autore: Davide Cisotto 15 gen, 2020
Ciò che ci sembra una semplice azione involontaria è invece la più importante funzione corporea. Rendendola volontaria e prendendone il controllo possiamo ottenere dei grandissimi benefici.
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Autore: Davide Cisotto 05 gen, 2020
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